Ventinove lavoratori in undici mesi, manca ancora la rilevazione di questo mese, sono morti quest’anno in Abruzzo. Si conferma, purtroppo, quanto già rilevato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering nei mesi scorsi: l’Abruzzo è una delle cinque regioni italiane in “zona rossa”, con un tasso di incidenza superiore del 25% alla media nazionale.
Le province di Teramo e Chieti sono entrambe tra le prime cinque in Italia, entrambe con 10 morti sul lavoro. Pescara è quattordicesima a livello nazionale mentre L’Aquila è ottantunesima. La provincia del capoluogo regionale è l’unica in controtendenza sul dato regionale per quanto riguarda l’incidenza, le altre tre sono tutte “zone rosse”. Teramo un’incidenza dell’81.7%, Chieti ha un’incidenza del 74.4%, Pescara del 58.8% e L’Aquila del 18.7%.
«Sono quasi 1000 le vittime sul lavoro nel nostro Paese da inizio 2023. E manca ancora un mese per chiudere il tragico bilancio di fine anno. I numeri parlano di una leggera diminuzione degli infortuni mortali rispetto al 2022, ma in effetti a diminuire del -21,5% sono gli infortuni mortali in itinere, mentre crescono ancora del 3,2% gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro – ha sottolineato il Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering Mauro Rossato - vorrei porre l'attenzione sui dati relativi ai lavoratori stranieri: una categoria 'fragile' con un'incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale, in ragione spesso di una non adeguata formazione sulla sicurezza. La formazione, infatti, rimane sempre uno dei principali fattori per ridurre gli infortuni, ma evidentemente dobbiamo riuscire ad incidere in modo molto più efficace anche sui lavoratori stranieri, superando le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e ad un background culturale molto diverso dal nostro».