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Amarena, evitare comportamenti irrazionali per curiosità con i cuccioli

Forte preoccupazione per i figli dell’orsa uccisa a fucilate

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L’uccisione a fucilate dell’orsa Amarena, specie a rischio e simbolo della natura abruzzese, sta suscitando molte reazioni e grande indignazione. In questi ultimi giorni, dopo la prima ondata di emozione e commozione per la morte del plantigrado, grande attenzione si sta concentrando sulla sorte dei cuccioli. E quali provvedimenti mettere in campo in difesa degli orsi e dell’ecosistema. 

«Residenti ed escursionisti evitino irrazionali comportamenti dettati dalla curiosità o dalla voglia di scattare una foto, comportamenti che sarebbero solo un danno per i piccoli orfani diventati tali per mano dell'uomo» dichiara l’Oipa, Organizzazione Internazionale per la Protezione degli Animali. Necessario «mettere da parte la curiosità spasmodica rinunciando a qualunque idea di andare a vedere come e dove stanno e non intralciare in alcun modo le operazioni di monitoraggio, in caso di avvistamento fortuito, non tentare per alcun motivo di avvicinarsi ai cuccioli ma segnalare prontamente il luogo al Servizio di sorveglianza del Parco (tel. 08639113241) o ai Carabinieri (tel. 112)» e «procedere a BASSE velocità lungo tutte le strade che collegano l'area meridionale del Fucino con il Parco e ovviamente nelle aree interne al Parco» sottolinea l’associazione.

«Importante parlare di come tenere gli orsi il più lontano possibile dai centri abitati» e «una delle azioni migliori è proteggere le foreste dai tagli per far sì che gli orsi trovino abbastanza cibo nei boschi - sottolinea l’associazione Gufi, Gruppo unitario per le foreste italiane - piante troppo giovani infatti non fruttificano, e ghiande e faggiole sono fondamentali per l'alimentazione degli orsi». 

L’uccisione di Amarena è «un campanello d'allarme che non può lasciare indifferenti» che rende necessarie incisive azioni «di rieducazione della società civile», per una «adeguata conoscenza della fauna selvatica, per un corretto rapporto con essa» e rende « inevitabile una riflessione sul possesso e sull'uso privato di armi da fuoco» sottolinea l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. « necessario un rafforzamento dei Medici Veterinari dei Parchi e delle Aree Protette nazionali» e «Bisogna lavorare sulla cultura dei residenti sulle Aree Parchi, per farne capire l'importanza delle specie protette e la gravità di tali atti, anche per un corretto equilibrio tra le varie tipologie animali presenti sul territorio: la diminuzione di predatori di fascia alta farebbe ancor più proliferare altre specie animali più dannose e creare grosse problematiche anche alle popolazioni residenti» dichiara l’associazione.

 

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